L’asma nei bambini al rientro a scuola
Il ritorno sui banchi di scuola è un evento carico di molte emozioni, per mamme e bambini. Questo momento dell’anno può però portare con sé anche un po’ di ansia, in particolare per i genitori di bambini asmatici che si interrogano sui possibili rischi a cui i piccoli possono andare incontro lontano dai loro occhi. Del resto di questo disturbo è ben nota una componente psicologica: da un lato, è dimostrato che le crisi asmatiche possono essere esacerbate da stati di stress psichico, come quello del ritorno a scuola, dall’altro, l’asma nei bambini – se non ben controllata – può dar luogo ad ansia con un impatto sulle performance scolastiche.
Che cos’è l’asma infantile e come riconoscerla
Il problema non è irrilevante: secondo recenti dati, infatti, un decimo dei bambini in età scolare soffre di asma, patologia che è tra le più frequenti cause di assenza. Un bambino con asma, così come i suoi coetanei, trascorre un terzo della sua giornata tra le mura di scuola: è pertanto fondamentale che possa vivere in classe momenti sereni, grazie al supporto di insegnanti e compagni.
L’asma è una malattia cronica che colpisce i bronchi e che è prodotta da una loro infiammazione. Questa causa:
- difficoltà a respirare (dispnea);
- tosse;
- respiro sibilante;
- senso di costrizione al torace.
Asma nei bambini a scuola: cosa fare
Nella maggior parte dei casi, l’asma bronchiale nei bambini può essere ben controllata grazie alle terapie oggi disponibili, tanto che i pazienti possono svolgere una vita normale. Ciò non toglie che, occasionalmente, alcuni bambini possano andare incontro a crisi asmatiche, magari proprio durante le ore di lezione. Si tratta di episodi che possono spaventare il bambino a causa del senso di mancanza di fiato. Un dialogo aperto tra genitori e insegnanti è fondamentale: solo se questi ultimi sono preparati a questi eventi si riesce a contenere la paura.
Quando capita, quindi, la prima cosa da fare è non spaventarsi: genitori e insegnanti dovrebbero contenere la paura del bambino affiancandolo nell’impiego della terapia inalatoria indicata dal medico. Inoltre, durante una crisi, è bene che il bambino sia messo in una situazione di tranquillità. Sicuramente i genitori dovrebbero poter essere sicuri che in aula si mantenga una buona aerazione e che l’ambiente non sia troppo secco.
La famiglia deve essere di supporto
Accanto al ruolo della scuola, conta molto anche il contesto psicosociale in cui il bambino si trova: sono infatti a maggior rischio di conseguenze psicologiche i bambini che vivono situazioni di fragilità in famiglia e non hanno sufficiente supporto, quelli che, accanto all’asma, convivono con altre patologie croniche e i bambini già affetti da disturbi ansiosi e depressivi.
In questi casi, genitori e insegnanti devono mostrare un’attenzione ancora maggiore. Non dimentichiamo, infatti, che i bambini con asma, a scuola, possono andare incontro a una forma di ansia anticipatoria che deriva dall’attesa di una possibile crisi asmatica. Ciò può spingere i piccoli a voler evitare il gioco o le occasioni sociali. Non di rado, sono i genitori stessi a trattenere i loro bambini dall’attività fisica o dalle gite con i loro coetanei.
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Sport e asma nei bambini
I genitori spesso si chiedono se chi è affetto da asma infantile può fare educazione fisica o attività sportive pomeridiane, e se queste possano dar luogo ad “asma da sforzo“.
Naturalmente il parere del medico è fondamentale: lo specialista sa indicare gli sport da praticare e quelli da evitare. Ad esempio, è meglio evitare le attività più estreme come le immersioni e in generale gli sport che impongono ai bambini di esporsi ad aria fredda e secca oppure al sole nelle ore più calde. Va però detto che oggi un bambino asmatico sotto adeguato controllo farmacologico non ha particolari limitazioni: certamente deve sempre attendersi alle raccomandazioni di un medico e, in presenza di una crisi, deve interrompere momentaneamente lo sport. Per il resto, via libera a tutte le attività che lo possano rendere felice.
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